Gabriel “Manson” D’Annunzio: il reverendo rock della letteratura italiana

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Bentorrnati alla consueta rubrica letteraria del nostro (e del vostro) giornale preferito, cari filosofi, letterati lettori, alpini, mistress and slave, esteti ed estetisti: Le pasticche letterarie. Oggi il nostro abituale viaggetto mensile tra le conoscenze dei più grandi canzonieri del mondo e dell’Italia ci porta in quel frangente del Lago di Garda, dove il caro Gabriele D’Annunzio, che tanto caro gli fu quell’ermo colle (il monte di Venere) si era trasferito negli ultimi anni della sua goliardica vita.  Ma annamo per gradi.

 

Chi è D’Annunzio?

 

Gabriele D’Annunzio, allo stato civile Gabry Manson D’Annunzio, il reverendo dei poeti, nasce a Pescara in Abruzzo, il 12 marzo 1863 e siccome non è un pirla come molti credono, capisce che il Lake of Garda in provincia di Brescia,  ovvero il posto dei tedeschi e del turismo, e vi decide di passare a miglior vita da vero signore in quanto esiliato a Gardone Riviera il 1º marzo 1938 per dubbie e discutibili ammirazioni politiche. Egli, conosciuto come scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista , patriota italiano, mangiatore di patate, e runner delle farfalle è stato il simbolo del decadentismo italiano perché, -diciamocelo- a tutti noi, studenti liceali e letterati di supremo grado universitario ci sono cadute non poco le palle parafrasando la “pioggia nel pineto”. Il Gabry fu anche riconosciuto come celeberrima figura della prima guerra mondiale (insomma un Berlusca degli anni 20 e degli anni 30 ) ed  è pure stato insignito dal Re Vittorio Emanuele III con il titolo di “Principe di Montenevoso”. Pensate un po’ voi, se era “Montevenoso” potevamo farci una battuta sconcia. E invece…

 

Soprannominato “il Vate” (allo stesso modo di Giosuè Carducci), che in italiano moderno significherebbe “poeta sacro, profeta“, (si perché non c’è nulla di piu profetico che recitare: “su le ginestre fulgenti, di fiori accolti, sui ginepri folti, di coccole aulenti” o di due amanti che fanno all’amor sotto la pioggia della primavera, circondati da figure retoriche, onomatopee, allusioni sexy). lo sto ancora cercando di capire, se si sia fatto più strada come futurista o fascistone.

 

Eppure, il reverendo delle passere con i suoi freschi pensieri divenne cantore dell’Italia umbertina, e fu inoltre acclamato come “l’immaginifico”. Occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 ed anche nella vita politica dal 1914 al 1924. Non ci è dato sapere se occupasse ben altre posizioni oltre a fare cose sconce in luogo pubblico con l’amata Eleonora Duse. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana. Come figura politica lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un’influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.

 

La sua arte fu così determinante per la cultura di massa dell’epoca, che influenzò usi e costumi nell’Italia – e non solo – del suo tempo ma anche del nostro: un periodo che più tardi sarebbe stato definito appunto “dannunzianesimo” o “patatesimo” per gli amici del Manson del futurismo. Avete presente Salvini al Papeete? Ecco, D’Annunzio avrebbe preferito il Cocoricò ma comunque siamo lì.

 

Il Piacere – Il primo giornalino porno della storia

 

Il nostro caro Gabriello dal duro augello, scrisse una delle storie più romanzo erotico ed ecclettico degli anni che furono: le avventure di Sperelli meglio conosciute come “Il piacere”. In quest’opera tale Andrea Sperelli ( che altresi non rappresnetava nessuno se non lo scrittore stesso) viene additato come super uomo, esteta, amante delle donne, dei soldi e dell’arte, il piu figo della scuola insomma. Un bel giorno, poi, mentre sta allegramente copulando con la sua (si fa per dire) signora, nel momento clou, grida il nome di un’altra donna. Da qui sono nate due correnti fondamentali della vita amorosa di ogni coppia che si rispetti: la caduta delle uova da parte delle donne ed il sadomaso più violento nel vero senso della parola: insomma pensate che urla si saranno sentite mentre l’amante gli lanciava pure le sedie dei tavoli di legno possente di quel periodo storico. Gli studiosi di sessuologia stanno ancora discutendo sul fatto che la dominazione e codesta pratica sessuale della donna sadomaso sia proprio nata in quel frangente focoso per poter dare risposto anche sul mito di Christian Grey, certo è che sia con lo psicopatico sfumato e l’alter ego di Gabry, Sperelli, c’era ben poco da dominare e sopratutto da sperare.

 

Dunque miei eletti, vi aspetto alla prossima puntanta, dove analizzeremo un’opera (o forse due) del nostro caro Rocker di Pescara. Ad maiora!

 


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