Sanremo '21: highlights della penultima serata

di Martina Guaccio
6/3/2021
Penultima serata di Sanremo. Ormai Amadeus e Fiorello sono i nostri amici più stretti, i compagni di imprese eroiche, quelle delle notti insonni. Tra parrucche, balletti e teneri sketch, la serata inizia con la premessa che, senza via di scampo, saremo lì incollati fino alle 2 di notte. Temerari, decidiamo di affrontare la lunga, lunghissima serata. E così, per levarci un peso, cominciamo con i giovani. 3 i premi assegnati:
Premio della critica Mia Martini: Wrongonyou - Lezioni di volo
Premio Lucio Dalla: Davide Shorty – Regina
Nuove proposte – Sanremo Giovani 2021: Gaudiano – Polvere da Sparo
Il vincitore di quest’anno ha commosso per interpretazione testo di impatto, ispirato alla dolorosa perdita del padre. Vittoria emozionante e meritata.
In gara
Annalisa: bella da vedere, piacevole da ascoltare, in auto, solo quando sei stanco di cambiare stazione radio.
Aiello: scende le scale lasciandosi alle spalle una scia piumata. Tutti fremono per sentirlo ancora una volta urlare “sesso e ibuprofeneeeee”. Vince il premio meme dell’anno. Mica poco.
Måneskin: peccato farli esibire per secondi. Avevamo una maratona davanti a noi, ci sarebbero tornati utili verso metà serata come sveglia.
Noemi: si sprecano i commenti sul suo dimagrimento e forma fisica. Anche perché la canzone non dà modo di aprire una discussione tecnica. Inconsistente.
Orietta Berti: la mantellina tempestata di diamanti incolla allo schermo, la voce dà sicurezza. Non stonerebbe nemmeno con di fianco Fiorello vestito da quadro.
Colapesce e Dimartino: ti chiedi come sia possibile mantenere questo perenne falsetto all’unisono e decidi di metterti alla prova; ti ritrovi inconsapevolmente nel loop “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente”.
Max Gazzè: un’esibizione interamente da seduto, vestito da Dalì. E sì, il palco l’ha riempito lo stesso. Magari l’anno prossimo ‘sta cosa dei quadri la diamo a lui.
Willie Peyote: “Riapriamo gli stadi ma non teatri né live” è la frase che racchiude il concetto della canzone. Apre ampie discussioni con la giusta leggerezza.
Malika Ayane: Che nel look assomigli a Lady Gaga è già stato detto miliardi di volte. Lei “si piace così”. Ce l’ha cantato.
La rappresentante di lista: giusta la voce, giusta la canzone, giusto tutto. Ti viene voglia di prendere l’abito più evidenziatore che hai nel guardaroba e salire sul palco a cantare con lei.
Madame: alla terza apparizione sul palco, stenti a credere alla sua età anagrafica. Sembra abbia un’esperienza decennale sul palco.
Arisa: il pezzo è talmente complicato che noi comuni mortali prima di cantarlo in doccia avremmo bisogno di un corso di apnea.
Coma_Cose: protagonista la delicatezza della loro complicità. Il palco sparisce, gli occhi e le orecchie sono solo su di loro.
Lo stato sociale: allestire un teatrino su una canzone già di per sé scritta per suscitare gli “uuuuh che simpatici” del pubblico votante mi sembra eccessivo. Ridondanti.
Michielin&Fedez: Una sicurezza in più sul palco rispetto alla prima serata, consapevoli entrambi dell’alta posizione su Spotify. Ora, annullando i soliti pregiudizi legati ai social e alla figura dell’imprenditrice digitale che veglia su di loro, esistono decisamente performance peggiori. Carini.
Extraliscio feat. Davide Toffolo: oltre al concertone, con loro, viene in mente una sera d’estate alla sagra del paese scoperto per caso che offre ottimo vino della casa. Un bicchiere in più e ti trovi a ballare con Davide Toffolo senza saperlo.
Ghemon: “Mi è venuta voglia di urlare” e ti capiamo caro Ghemon. Non mettiamo in dubbio la tua anima pura così naturalmente r’n’b.
Renga: Una punizione divina ricade su di noi alle ore 01:15 sotto forma di esibizione doppia di Renga. Ti viene da imprecare mentre immagini la scena di lui che, una volta tornato in camerino, pensa di non aver cantato bene e richiede un bis di se stesso. Non ce lo meritavamo.
Gio Evan: nessun miglioramento. Non c’è stata evoluzione alcuna nelle sue performance. Neanche un peggioramento, anche perché non era possibile.
Ermal Meta: in un tweet, poco prima della diretta, Ermal ha riportato un dialogo (probabilmente immaginario) con suo nipote che gli chiedeva a che ora fosse la sua esibizione. “Stasera canto per i tuoi sogni” gli risponderà. Felice di non essere sua nipote.
Bugo: forse gli servivano 3 serate di esercitazione per ingarrare l’intonazione. Speriamo che l’incantesimo non svanisca per la finale.
Fulminacci: il baffetto è chiaramente per darsi un tono e attribuirsi qualche anno in più. Ma rimane pur sempre il ragazzino che lui stesso racconta a Santa Marinella al reparto superalcolici. L’avremmo incontrato anche noi lì se solo non fossimo in zona rossa.
Gaia: sappiamo già che sarà difficile non sentire questa canzone nei prossimi mesi. Purtroppo.
Random: un look che ricorda lo scugnizzo di un noto programma di Real Time. Un bambino travestito da grande che prova a cantare. Prova.
I fuori gara
Achille Lauro: Il punk rock scende le scale in vestito da sposa, imbracciando la bandiera italiana; si celebra in diretta il matrimonio artistico con Boss Doms, unione che ha generato “Rolls royce” e “Me ne frego”, eseguite tra baci e gemiti. Aspettiamo con ansia i commenti che li appelleranno satanisti. Incursione di Fiorello, consapevole della “figura di quadro” (cit.) di cui si è reso protagonista.