“Fino a qui tutto bene”… al resto ci pensa la vita

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“Come si fa a sorridere sempre, davanti a stipendi da fame, a lavori di merda per pagarti stanze pidocchiose, alle delusioni puntualissime, ai figli di puttana che ottengono tutto in cambio di niente, solo perché sono nati nel posto giusto al momento giusto? Sorridere di fronte all’abbandono dei tuoi genitori, alle porte sbattute in faccia, ad ogni richiesta d’aiuto negata. Continuare a sorridere davanti alle rotture inevitabili, agli insanabili fraintendimenti, ai sentimenti incomprensibili. Sorridere quando guardiamo la bellezza senza poterla toccare, quando sentiamo il mondo schiacciarci, noi, così irresistibili e insignificanti, quando camminiamo nella folla, inconsolabilmente soli. Sorridere in faccia a una vita che inizia senza istruzioni per l’uso […] Lei sorride. Lo fa sempre.”

Mi hanno proposto di recensire questo libro dal titolo Fino a qui tutto bene, di Flavio Carlini, e l’atmosfera che mi si è presentata davanti a ogni pagina sfogliata mi ha ricordato molto il film The dreamers. Tre ragazzi, che da Brno decidono di trasferirsi a Praga, una città nuova, dove poter fare qualcosa di diverso. Per poter vivere una vita diversa. Lenka, Frank e Jan (al quale è stato dato dall’autore l’insano compito di raccontare la storia). Jan è diverso, sia da Lenka che da Frank, e lo si capisce subito dalle prime pagine. Ha un animo più pacato, sa di sbagliare, eppure pare non abbia, assolutamente nulla da perdere.

Una malinconia gelata, in una Praga che appare esattamente come il resto del mondo, incapace di vedere i sogni altrui, esattamente come il resto del mondo. La storia di tre amici che consumano le loro vite d’espedienti ai margini della periferia ceca, sognando una grande svolta artistica che non sembra voler arrivare. La luminosa città di Praga li accoglie offrendo speranze, opportunità e una brutale realtà a cui non potranno sottrarsi. Asciutto, veloce, ricco di sensazioni ma soprattutto molto autentico. Fino a qui tutto bene è un titolo che richiama un futuro incerto; nel dramma, è il grido silenzioso dei sogni disattesi e delle illusioni irrisolte, e di quanto sia traumatico lo scontro verace con la realtà più cruda.

“Proverò a vivere come tutti. Ho la mia penna. Le mie poesie e Praga.”

Il dramma – sì, quello degli artisti – è quell’introspezione costante che porta a fare la guerra con tutte le emozioni che si hanno dentro, e con quello che invece è la merda fuori. Incredibilmente forti, perfetti e maledetti agli occhi della gente, e vulnerabili fino a spegnersi per sé stessi. Forse è proprio questo dualismo assurdo che li porta a rendere vivide su carta le emozioni e il buio che vivono dentro. Ma spesso quella che potrebbe essere l’unica via di fuga potrebbe essere anche la più grande prigione. Non è semplice vivere di emozioni. Di libertà. Perché anche questo ha il suo prezzo da pagare.

Quarantatre pagine che fanno riflettere, che portano un messaggio. Di libera interpretazione. Ci vuole tanto coraggio a mostrarci vulnerabili. Ci vuole coraggio a essere ribelli. Ci vuole coraggio, e spesso la vita quella forza non la ripaga mai. O meglio, forse la soddisfazione arriva quando poi finisce tutto.


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