Il 2 giugno 1840 nasceva Thomas Hardy: il poeta fatalista

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Fonte foto: britannica.com/ibs.com

Thomas Hardy grande poeta e scrittore del XX secolo, nasce il 2 giugno 1840 a Higher Bockhampton, nei pressi di Dorchester nel sud-ovest dell’Inghilterra, il “Wessex” luogo fittizio delle sue opere. Oggi vogliamo rendergli omaggio, ricordandolo attraverso i suoi racconti e le sue parole.

Scomparso il 1928 fu sepolto nell’Abbazia di Westminster, quasi un secolo fa, a fianco di Charles Dickens nel Poets’ Corner, l’angolo dei poeti. La sua volontà, però, era quella di restare vicino con il cuore alla prima moglie Emma Lavinia Gifford, così gli fu espiantato l’organo a Stinford, e fu messo nella tomba della moglie scomparsa nel 1912. Ha lasciato nel mondo della letteratura numerosi scritti tra poesie, romanzi e racconti. Abbandonò la professione di architetto per dedicarsi completamente alla scrittura diventando un importante intellettuale, il suo successo fu ben presto riconosciuto universalmente.

Il suo ultimo romanzo Jude l’Oscuro (1895) è considerata l’opera più pessimistica della sua carriera, localizzabile tra il periodo vittoriano e modernismo novecentesco. Ateo e appartenente al filone schopenhaueriano, il suo obiettivo era quello di illustrare il contrasto tra vita ideale e quella reale, dettata dal destino maligno e infelice, senza speranze. Anche il suo tema principe, La Natura, è presente come un vero e proprio personaggio nelle opere di Hardy. Qui si nota la sua volontà di sopravvivere ad una natura indifferente all’uomo e i suoi personaggi sono generalmente uomini umili, di campagna. 

Tra le sue maggiori opere ricordiamo: Via dalla Pazza Folla (1874), dove l’uomo e la natura coesistono in sintonia e trasposto poi anche in vari adattamenti cinematografici. Tess dei D’Ubervilles (1892) racconta una serie di eventi catastrofici della protagonista e fu definito come caso letterario di denuncia sociale. Oltre ai romanzi di Hardy troviamo anche molte raccolte di poesie, tra cui il prima intitolata Wessex Poems (1898) dove è notevole l’influenza darwiniana. L’ultima, postuma, Winter Words (1928) raccoglie anche un poema drammatico ispirato all’epopea napoleonica.

Puntualmente descrittivo e ricco di dettagli architettonici e paesaggistici Thomas Hardy è altamente influenzato dal filone dell’arte impressionista. Per lo scrittore un romanzo non è un ragionamento ma un’impressione. Riesce con le sue descrizioni ad anticipare ciò che potremmo chiamare una narrativa cinematografica utilizzando panoramiche, dissolvenze e zoom. Alla base di ogni sua opera infatti è palpabile riconoscere toni di colore, differenziati in base alla scrittura. Dalla sua visione pessimistica e fatalista della vita, dove per lui gli esseri umani sono predestinati al fallimento infelicità, troviamo questa citazione: 

“L’amore, anche se è accrescimento di emozione, è diminuzione di capacità.”

Thomas Hardy


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