Scopriamo gli arrosticini abruzzesi

Scopriamo gli arrosticini abruzzesi

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L’Abruzzo è una regione posta al centro dell’Italia e, grazie alla sua posizione geografica, offre un interessante tour enogastronomico, ai numerosi turisti che vi transitano. Come in ogni regione italiana, anche in Abruzzo c’è una specialità gastronomica molto rinomata: gli arrosticini o comunemente chiamati “rustelle” in dialetto. Questa succulenta specialità nasce, nel secondo dopoguerra sui monti del Gran Sasso d’Italia, a circa un’ora di tragitto da Pescara. La materia prima, utilizzata per la preparazione degli arrosticini abruzzesi è la carne di pecora e precisamente quella del castrato.

Leggenda e tradizioni

La leggenda narra che i pastori abruzzesi, ai tempi della guerra, utilizzavano pezzi di carne di pecora destinati alla pattumiera e preparati in piccoli pezzi, venivano infilati su bastoncini di legno, tipici di una pianta, che cresceva spontaneamente sulle rive del fiume Pescara per essere successivamente arrostiti su una brace. Tutt’ora vengono preparati quasi come in passato ma, la pianta è stata sostituita dai più comodi spiedini. La preparazione vera e propria avviene grazie alla “Furnacella”, che è una griglia orizzontale poggiata su due o più piedi (dipende dalla lunghezza) con tagli alle estremità per poggiare gli spiedini degli arrosticini. Questo piatto tipico abruzzese ha già da tempo varcato i confini regionali ed è conosciuto e apprezzato in tutta Italia. Oggi, quasi tutti i locali abruzzesi, servono arrosticini come seconda pietanza, rigorosamente accompagnati da fette di pane bianco casareccio, imbevute di olio extra vergine d’oliva e salsa piccante a piacere. Di norma vengono serviti al tavolo, caldi e fumanti, avvolti da una pellicola di alluminio, all’interno di una brocca di ceramica. Il tocco finale è quello di accompagnare gli arrosticini con un buon vino tipico dell’Abruzzo come il Montepulciano e il pasto che fu dei pastori abruzzesi è servito. Gli arrosticini sono stati inseriti nell’elenco dei “prodotti agroalimentari tradizionali” (P.A.T.) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.


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