Il film horror “Run” non debutterà nei cinema

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Fonte immagine: everyeyecinema.it

 

Il film “Run”, genere horror, doveva uscire inizialmente per gennaio 2020, ma l’uscita è stata posticipata a maggio 2020 a causa del Covid 19. La Lionsgate, la casa di produzione ha nuovamente spostato l’uscita del film a data da definirsi finché ci sarà abbastanza chiarezza su come procederà il virus. Come annunciato sul Holliwood reporter il film horror verrà distrubuito dalla piattaforma Hulu. La protagonista del film, intepretata da Sarah Paulson,è una madre iperprotettiva che nasconde dei segreti terrificanti e la figlia che tenta di liberarsi dalla sua gabbia è interpretata dalla nuova attrice Kiera Allen. In un’intervista la Paulson ha affermato “Fare il film è stata una delle cose più eccitanti e rinvigorenti che abbia mai fatto in un set”.

 

Il film è diretto da Annesh Chaganty, che ha fatto il suo debutto al cinema nel 2018 con “Searching”. In un’altra intervista fatta da “Entertainment weekly” Sarah Paulson ha affermato “Non so se cerco unicità in un personaggio in termini di voler fare o meno qualcosa. Ero interessata a lavorare con Aneesh perché ho amato molto Searching e perché ho pensato fosse un modo incredibilmente creativo di raccontare una storia che abbiamo già visto prima” e poi “ mi è sempre piaciuto esplorare cose di cui non ho avuto esperienza nella mia vita. Non sono una madre e penso che dal punto di vista di un attore è sempre una sfida cercare di trovare il modo per immergerti in una realtà di cui non conosci niente”.

 

Il titolo del film “Run” che si traduce come “corri” (via) prende spunto dal fatto che la figlia della protagonista si rende conto di essere stata controllata in ogni momento della sua vita da una madre, che sembra essere diversa da quello che dimostra e che le somministra persino dei medicinali a sua insaputa. Dal trailer si capisce che nel rapporto tra madre e figlia c’è qualcosa di sinistro, qualcosa da cui fuggire e che l’amore di una madre per quanto naturale non dovrebbe prevedere l’isolamento di una figlia che non si rivela essere come una comodità ma come una minaccia.


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