Pronto? Parla il Museo

Condividi su

Il 2020 è ancora l’anno in cui si celebra il centenario dalla nascita di uno degli autori piu’ gentili, popolari e intelligenti del Novecento: Gianni Rodari. Un autore che ha speso gran parte della sua attività letteraria dedicandosi ad opere per i piu’ piccoli.

 

Tra i suoi romanzi si ricorda “Favole al telefono”, una raccolta di fiabe la cui trama è quella di un padre lontano da casa per lavoro che ogni sera racconta al telefono una storia alla figlia per farla addormentare. L’opera – delicata e fantasiosa – rimanda il lettore (e l’interprete) alla necessità di inventare, sorprendere e incuriosire i bambini mescolando finti personaggi ad eventi o luoghi realmente esistiti. Si passa dalla figura del partigiano, alle città di Busto Arsizio e Bologna con le loro strane invenzioni, a decisioni di Sindaci su come rompere palazzi.

 

Anche i musei quest’anno stanno affrontando una nuova sfida, utilizzando per la prima volta la rete per presentare mostre e diffondere la conoscenza del loro patrimonio. Forse per la prima volta la comunità museale e dei beni culturali ha compreso la necessità di usare il digitale come un mezzo che ha potenzialità autonome, e non come un elemento che affianchi la visita dal vivo.

 

Uno degli elementi di demarcazione tra visita dal vivo e fruizione online è quello della vicinanza; grazie alla qualità delle immagini è possibile vedere dettagli di opere che dal vivo non si riesce a percepire anche semplicemente perché non è consentito accostarsi all’opera per ragioni di sicurezza.

 

Su una scia intermedia tra il digitale e le favole al telefono si colloca il lavoro del Museo Palazzo Magnani di Reggio Emilia. La Fondazione ha attivato un servizio telefonico per prenotare una spiegazione delle opere che compongono la mostra True Fictions. Fotografia visionaria dagli anni ‘70 ad oggi. L’utente ha la possibilità di scegliere un’opera fotografica tra le cento presenti e di ascoltarne la descrizione. Il servizio è attivo fino al 23 dicembre tutti i mercoledì dalle 17 alle 19.

 

La mostra è un omaggio alla fotografia come mezzo di trasmissione di inventiva e fantasia, al pari delle sorelle arti cinema e pittura e ne evidenzia il sottile confine e le continue contaminazioni. La fotografia si pone per alcuni autori come arte mediatrice tra performance e scultura; per altri invece diventa espressione di una sorta di nuovo surrealismo fondendo le foto con oggetti digitali creati ad esempio attraverso Photoshop.

 

L’idea di Palazzo Magnani è rivolta a grandi e piccoli e consente al fruitore di immergersi nel mondo visionario e colorato degli autori, proprio come il buon Rodari fece con le sue favole. Un metodo alternativo che coinvolge i sensi accompagnando chi chiamerà in questo dicembre insolito. L’attività inoltre concede di preservare un legame tra gli utenti e l’arte, mantenendo attiva la creatività e la voglia di conoscere. Una nuova esperienza sensoriale da scoprire per gli amanti della fotografia e dell’arte tutta. Siete pronti ad ascoltare?


Condividi su