“Banksy A Visual Protest”: l’ arte dell’umanità

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Foto in evidenza: Sito ufficale Banksy

 

“I graffiti sono stati utilizzati per dare inizio a rivoluzioni, fermare le guerre e sono la voce delle persone inascoltate.”

 

Dall’8 settembre 2020 all’11 aprile 2021 più di novanta opere dell’artista di strada, Banksy  troveranno spazio tra le mura del Chiostro del Bramante a Roma. L’artista “sconosciuto” dei muri che ha conquistato il mondo grazie a opere intrise di ironia, denuncia, politica, intelligenza, protesta culturale ed individuale sarà, grazie ai suoi capolavori più famosi, sotto gli occhi di chi vorrà partecipare a questo interessante evento. Non si tratta solo ed esclusivamente di Street Art, infatti, ma sarà un percorso che andrà molto più a fondo, del semplice presentare un quadro o un disegno. Non è l’imbrattamento del muro che conta nelle opere a stencil di Banksy, bensì il suo stile ed i suoi “messaggi” che hanno fatto fare il giro del mondo all’arte di questo personaggio, il quale preferisce restare nell’anonimato facendo trasparire le sue ragioni ed i suoi pensieri attraverso il disegno sui muri.

 

Il percorso espositivo prevede e comprende anche più di 20 progetti per copertine di dischi e libri, ed opere sparse sui muri delle nostre città ed anche nelle maggiori capitali europee dal 2001 fino al 2017. Voci di corridoio fanno sapere che molti dei capolavori esposti provengono anche da collezioni private.

 

Una sorta di rivisitazione contemporanea dei muri progettati da Bramante nel 1500 ospitando idee, i segni, e messaggi lanciati dall’artista ignoto più famoso del mondo, su tanti muri, in tante città. Il Chiostro ha dimostrato, nel corso degli anni, una grande apertura verso i linguaggi più diversi, differenti e molteplici della contemporaneità e del linguaggio d’espressione artistica giovanile.

 

Ma chi è Banksy?

 

“Non so perché le persone siano così entusiaste di rendere pubblici i dettagli della vita privata: l’invisibilità è un superpotere.”
 
 

Nato a Bristol, nei primi anni del 1970, Banksy è un vero e proprio artista di strada. Detta all’ inglese “street artist” che analizza, o meglio reinterpreta a modo suo, attraverso murales e stencil, le grandi problematiche sociali e politiche della nostra epoca, del nostro mondo e della contemporaneità sempre più complessa che ci stiamo trovando a vivere. La sua arte è una manifestazione mordace ed effettiva, che utilizza la provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment, del potere, del classismo, del conformismo, della guerra, del consumismo e del mercato dell’arte.

 

Monnalisa, the art of Banksy

 

Notizie dell’ultima ora ci dicono che Banksy pare abbia finanziato una nave per salvare i migranti che fuggono da luoghi di guerra e fame, dalle acque del mare. La nave chiamate Luise Michel in onore dell’anarchica attivista francese, è partita il 18 agosto in gran segreto, e ha portato in salvo 29 migranti alla deriva, comprese 14 donne e quattro bambini.

 

Insomma, Banksy forse non ci ha mai mostrato il suo viso, e ad oggi non sappiamo ancora nulla di lui, però del suo cuore, grazie alle sue grandi opere a livello artistico ed umano, sappiamo già tantissimo. Ed è una cosa pazzesca in epoca, dove l’esteriore pare prendere il sopravvento su tutto. A volte, purtroppo anche sull’umanità stessa.


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